La riattivazione di memoria nel sonno migliora prestazioni motorie difficili

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVIII – 23 ottobre 2021.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

I rapporti tra sonno e memoria costituiscono un argomento di importanza capitale nella ricerca neuroscientifica, al quale la nostra società ha dedicato già molti anni fa due aggiornamenti i cui contenuti sono ancora validi e utili come introduzione a questi studi (“La Memoria e il Sonno” e “Il Sonno e la Memoria”)[1].

La riattivazione della memoria durante il sonno rinforza vari tipi di apprendimento, come oltre tre decenni di ricerca hanno dimostrato. Per vari tipi di memoria si dispone di una messe notevole di prove, ma per quanto riguarda le abilità motorie di base le risultanze sperimentali non sono così certe e da tutti accettate. Infatti, vi sono evidenze insufficienti che provino se la riattivazione di memorie durante il sonno contribuisca ad apprendere come eseguire un’azione nuova.

Larry Cheng e colleghi della Northwestern University di Evanston e Chicago (USA) hanno indagato l’apprendimento motorio attraverso un compito a feedback mioelettrico, disponendo rilevatori su braccio e avanbraccio di volontari, in modo da consentire un utilizzo discriminato di specifici gruppi muscolari. Hanno poi valutato le prestazioni senza la riattivazione di memorie durante il sonno e con la riattivazione, ottenendo un risultato significativo e interessante.

(Larry Y. Chen, et al., Memory Reactivation During Sleep Improves Execution of a Challenging Motor Skill. Journal of Neuroscience Epub ahead of print doi: 10.1523/JNEUROSCI.0265-21.2021, 2021).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurology, Neuroscience, Biomedical Engineering, Physical Medicine & Rehabilitation, Northwestern University Feinberg School of Medicine, Chicago, Illinois (USA); Department of Psychology and Cognitive Neuroscience Program, Northwestern University, Evanston, Illinois (USA).

Nella letteratura scientifica sull’apprendimento motorio troviamo notevoli evidenze a supporto di un ruolo positivo e importante del sonno, ma fino ad oggi le evidenze sperimentali circa la componente esecutiva di compiti motori appresi sono state notevolmente carenti. In altri termini, non è stato provato se la riattivazione della memoria durante il sonno contribuisca ad acquisire come apprendere il modo per eseguire una nuova azione.

Questo aspetto dell’apprendimento, come sottolineano Ken Paller, Larry Chen e colleghi, ha un rilievo critico per molti “apprendimenti complessi” che sono ordinariamente impiegati nelle attività della vita quotidiana.

L’esperienza di questo studio, non solo implica in modo evidente il sonno nel processo di apprendimento di abilità motorie, ma soprattutto specificamente evidenzia il beneficio per l’esecuzione motoria da parte dello stato di riposo cerebrale, mediante l’impiego di un metodo per modificare l’immagazzinamento mnemonico mentre si dorme.

Volontari di sesso maschile e femminile hanno imparato a controllare l’attività mioelettrica in specifici muscoli dell’arto superiore allo scopo di muovere il cursore di un computer in ciascuna di 16 diverse localizzazioni. Ciascuna localizzazione era associata univocamente a uno specifico segnale sonoro. Metà dei suoni era prodotta durante il sonno ad onde lente per riattivare memorie corrispondenti al controllo muscolare.

La tecnica impiegata, detta TMR (targeted memory reactivation), comporta che uno stimolo che è stato associato con l’apprendimento sia ripresentato nuovamente durante il sonno (un nap, ossia un sonnellino programmato) per indurre una nuova esecuzione dell’attività cerebrale prodotta nella prova durante la veglia.

Dopo il sonno, i movimenti suggeriti dai segnali sonori erano sempre eseguiti dai volontari con maggiore rapidità ed efficienza di quelli non rinforzati durante il sonno.

Questi risultati dimostrano che la riattivazione della memoria durante il sonno contribuisce all’apprendimento del processo esecutivo dell’azione.

La dimostrazione che la riattivazione della memoria ha contribuito alla prestazione dell’abilità appresa può essere rilevante a fini neuroriabilitativi e può fornire una nuova certezza per campi di studio connessi con l’apprendimento motorio, quali la kinesiologia e neurofisiologia.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-23 ottobre 2021

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Si veda per i testi nella sezione AGGIORNAMENTI del sito.